L’Europa unita può essere considerata la più rilevante realizzazione del mondo occidentale dal Dopoguerra ad oggi.
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Questi i motivi: la quasi miracolosa composizione degli interessi tra nazioni prima belligeranti; il numero di Paesi coinvolti; il progressivo equilibrio tra competenze comunitarie e sovranità nazionale; la composizione democratica dei diversi punti di vista; il rispetto delle diversità culturali e religiose; l’apertura agli Stati non comunitari; la libera circolazione dei cittadini; l’apertura agli immigrati e ai richiedenti asilo (diventata però, da ultimo, assai problematica). Nell’attuale contesto di globalizzazione l’UE può continuare a svolgere il ruolo avuto per oltre 60 anni? Per molti è tempo di puntare nuovamente sulle soluzioni nazionali. Per altri così verrebbe pregiudicato il futuro dell’Europa e dell’Italia, mentre è sufficiente intervenire per rimediare agli aspetti carenti e potenziare quelli positivi. Il libro La dimensione sociale dell’Europa. Dal Trattato di Roma ad oggi ha inteso celebrare questo 60° anniversario muovendosi in questa seconda direzione. La ricerca, promossa dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”con il supporto del Centro Studi e Ricerche IDOS, ha coinvolto 50 esponenti del mondo della ricerca e di quello sociale.